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DEMOCRAZIA USA, LA CONOSCONO ANCORA?

  • Immagine del redattore: salvatore
    salvatore
  • 6 nov 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Ma perché si continua a dire che gli USA sono la più grande democrazia del mondo? E’ la più grande forse perché abbiamo a che fare con il territorio tra i più vasti che sia ancora occupato da una forma di governo approssimativamente non “autoritaria”? Suppongo e spero che sia solo in questo senso. Dal momento che di particolarmente rispettoso (e mi fermo qui) per la volontà del popolo non ci vedo gran che, attualmente.

Veramente credo di non sapere più nemmeno io cosa il termine democrazia voglia indicare per gli USA. O sarebbe più esatto dire che non lo so più perché ho perso la possibilità di avere davanti l’immagine di un paese che riesca a fregiarsi con pieno diritto e globalmente del titolo di democratico. Alludo in primis a tutto il popolo.

E’ vero che da sempre nessuna nazione ha potuto essere considerata tale in tutto, direi che è normale, ha a che fare col fatto che “a questo mondo quasi nessuna cosa riesce perfetta”. Sotto un aspetto o un altro, ogni paese ha sempre avuto qualche mancanza democratica, o almeno qualcosa che per gli altri era incomprensibilmente antidemocratico. Dato che stiamo parlando degli USA per esempio, per me e non solo, era incomprensibile che nella stessa nazione, fossero raggruppati stati che nei confronti della pena di morte avessero un atteggiamento opposto. La risposta era “Non capisci perché non hai idea di cosa Stato Federale significhi”. Ammettiamo che sia così. Ma insisto e mi chiedo cosa attualmente sia rimasto negli USA di così altamente democratico (necessario per poter dire che é la più grande democrazia, vero?) non capisco e non accetto più che si debba considerarla una “nazione esempio”.

Anticipo a chiare lettere la risposta ad un’obiezione solita e superficiale: certo che preferirei vivere negli Stati Uniti piuttosto che in certe altre nazioni palesemente autoritario-dittatoriali, la Cina ad esempio. Se fossi costretto a scegliere però. Tra l’altro lo preferivo molto di più, anzi era una sentita aspirazione, quando da più giovane credevo in quella nazione e pensavo appunto che potesse e dovesse fungere da esempio. Ma ora?

Alcune riflessioni


Non mi pare opportuno definire particolarmente democratica una nazione in cui addirittura il suo attuale Presidente

  • In corso di elezioni, prima ancora di avere il conteggio completo dei voti, si dichiara il vincitore, infischiandosene che sia vero o no e che sia ciò che la maggioranza del suo popolo effettivamente vuole, ma con l’unico chiaro scopo di obbligare la controparte a difendersi comunque, quasi a discolparsi, a partire “in salita”, preparandosi a scatenarle addosso proteste della folla dei suoi seguaci che si comporta come la schiera di adepti di una setta e fa venire in mente l’inizio del film Il gladiatore in cui il generale romano “Ispanico” pronuncia la famosa frase “al mio via, scatenate l’inferno”.

  • Minaccia la presenza di brogli senza averne almeno per ora la minima prova, ma fidando solo nel fatto che per molti dei suoi, in genere i più aggressivi, “se lo dice il Presidente, è così”, come se in una partita di calcio fosse possibile che il capitano di una delle squadre, non dico si attribuisca un rigore, ma decida addirittura a priori che è la sua squadra la vincitrice, perché altrimenti vuol dire che l’arbitro è stato comprato dagli altri.

  • Invoglia e spinge addirittura ad una sua protezione (?rivolta?) armata contro un eventuale risultato a lui sfavorevole, come ha fatto in verità durante tutto il suo mandato, ma soprattutto nelle ultime fasi della campagna elettorale, confidando nelle frange più violente e razziste dell’America buia, mai sconfessate, sempre titillate. Se non bastano le armi, ci sono i cavilli legali, quelli che tempo fa hanno aiutato un altro Repubblicano a diventare Presidente. La guerra continua in aule di tribunale, di cui lui sì ha comprato proprio l’Alta Corte.

  • O il tentativo di rimangiarsi una legge che il Parlamento stesso ha approvato in nome della modernità e cioè quella per cui si può esprimere il proprio voto di preferenza anche per posta. Ma siccome ora non fa comodo, anzi, quindi…


Non solo elezioni

  • Non accetta di comprendere che incentivare all’interno della nazione la diffusione delle armi, sia pure legalmente assicurata da un emendamento costituzionale, così chiaramente di derivazione dalla pregressa e violenta storia del “far west”, non porta giustizia e unione sociale se non associata almeno ad un certo controllo e limitazioni. Porta violenza contro gli avversari, cosa che Trump sembra voler utilizzare ai suoi scopi e di cui sembra godere stimolando dei pretoriani come un nocivo bambinone prepotente e capriccioso, ma va anche contro quel popolo che lui pretende di rappresentare (tutti gli Americani sarebbero quindi come lui? Dei miliardari prepotenti e psicopatici?). Popolo che ha già pagato e continuerà a pagare per compiacere alla lobby delle armi continui ed improvvisi tributi di sangue.

  • Lascia impunite scorribande razziali che ricordano gli scenari con omicidi degli anni ’60, ad esempio quando ragazzi difensori dei diritti civili (tra cui un negro) sono stati assassinati con la complicità , la connivenza e l’ausilio delle cosiddette forze dell’ordine locali (sceriffo e vicesceriffo); oggi un poliziotto bianco soffoca con un ginocchio sul collo un negro (che non mi risulta avesse commesso reati da pena di morte, se pure ne aveva commessi); un altro a distanza ravvicinata spara sette colpi alle spalle di un negro (era veramente armato di coltello?) Fosse veramente stato necessario, invece che colpirlo gravemente alle spalle non poteva immobilizzarlo in altro modo considerando che erano lì vicino altri poliziotti?.

  • Lascia globalmente irrisolto il problema razziale, anzi lo acuisce sostenendo i suprematisti (nome moderno che sostituisce lo storico KKK).

  • Non si cura di affrontare alla radice il problema sanitario; il comportamento nei confronti della recente pandemia ne dà un segno chiaro. Globalmente anzi si è dato da fare, fortunatamente per ora senza grossi successi, di picconare quel minimo di assistenza sanitaria in più che con la precedente amministrazione è stata semplicemente facilitata e solo per un numero poco ampliato di Americani, nemmeno per tutti

Tutto male?

Molto male. Potrei continuare con tante altre incongruenze che secondo me hanno tolto agli USA la corona di conduttrice tra le nazioni democratiche. L’unico aspetto che ho osservato e mi lascia un minimo di speranza che anche quella nazione sia capace di ripensamenti è stato, in questa occasione, il comportamento della comunicazione in generale: parecchie trasmissioni televisive che hanno tagliato il discorso del Presidente, uno speaker ad esempio lo ha fatto perché, ha pubblicamente detto, “il Presidente sta dicendo cose false, indimostrabili” (!); twitter che cancella alcuni “fischiettii” del boss (termine impiegato in senso di capobanda dedito a qualche forma di crimine) per lo stesso motivo; addirittura Fox-news, testata televisiva molto di destra, che ammette in certi stati il sorpasso di Biden proprio mentre un irato Trump sosteneva il contrario.

In definitiva per molti Americani, soprattutto alcuni capi, democrazia sembra solo ciò che lascia liberi dal punto di vista economico-finanziario. In parole povere conta solo che venga lasciata libera la possibilità di fare soldi comunque, dovunque e con chiunque. Anche questo principio tra l’altro, antidemocraticamente, non facilmente accessibile a tutti.

 
 
 

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