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E I VACCINI TORNANO NEMICI (1)

  • Immagine del redattore: salvatore
    salvatore
  • 30 dic 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

La nostra vita assomiglia in molte situazioni all’incedere dei gamberi: con movimenti lenti andiamo avanti e subito dopo facciamo alcuni scatti indietro. Tecnologia e scienza ci concedono un continuo progresso grazie a tanti passi, magari minuscoli e poi uno o due enormi balzi indietro dei capricci sociali ci riportano in certi campi quasi al punto di partenza, in una specie di spossante e tragi-comico gioco dell’oca con l'obbligo di "ripassare dal via”.

Nella disquisizione sui vaccini mi sembra proprio che l’oca siamo noi esseri umani in genere.


Per esempio osservo che contro le malattie infettive che hanno decimato per secoli l’umanità, la medicina “tradizionale” ha trovato nei vaccini armi efficaci, sicure e sufficientemente innocue. Con i vaccini, per dirne una, non si crea la resistenza stimolata nei germi dagli antibiotici quale fisiologica loro reazione difensiva e non è necessario perciò per la stessa malattia elaborarne di nuovi (come da anni – fin quanto ci riusciremo? - sta ormai sempre più accadendo ). I vaccini hanno avuto un progressivo perfezionamento che, rispetto agli inizi ne ha aumentato l’efficienza e l’innocuità stessa, anche se questa era già da subito comunque superiore alle eventuali complicanze possibili a seguito della contrazione delle relative malattie.


E’ su questo che, invece di fare discorsi da bar, lanciare minacce sui social, spedire proiettili agli studiosi che la pensano diversamente, inveire contro chi sostiene discorsi opposti ma logici e dimostrabili, dovrebbe riflettere chi, ignorando la realtà, è orgoglioso di fregiarsi del titolo di “no-vax”. Ripeto, la prima considerazione da tener presente, se si è in buona fede e si vuole rimanere nell’obiettività dell’evidenza, è proprio questa: per quanto ci si voglia forzare di credere o si voglia forzare altri a credere in possibili esagerate complicanze dei vaccini e quindi in una loro pericolosità, questa, ammesso ci fosse o quando c’è, è imparagonabilmente inferiore a quanto statisticamente può accadere in caso della corrispondente malattia.


Può essere utile fornire pochi dati ricavati dal portale ufficiale SITI (Società Italiana di Igiene). La possibilità/probabilità che per effetto di una vaccinazione MPR (morbillo-parotite-rosolia) l’individuo vada incontro ad una encefalite o ad una reazione allergica severa è di 1/1.000.000, la scienza quindi non nasconde che possano esserci reazioni anomale, ma, in caso di morbillo ad esempio, il rischio di polmonite è riferita in 1/20 pazienti; di encefalite 1/2000; di decesso 1/3000; in caso di parotite complicanza più frequente può essere un’encefalite in 1/300 casi; infine conosciamo dolorosamente anche solo a livello divulgativo i rischi di malformazioni congenite, maggiori o “minori”, che compaiono addirittura in circa ¼ dei neonati la cui madre non vaccinata contragga la rosolia nei primi mesi di gravidanza.

Lascia sconfortati e quasi stupiti quindi la dimostrazione di come nonostante tutto rinunciamo ad impiegare le conoscenze e la logica. Si obietta che potrebbero essere dati inventati o comunque imperfetti con dolo. Ammesso e non concesso (come diceva Totò) che sin dall’inizio dell’impiego dei vaccini siano stati accettati dati non significativi, la prima tutela dal rischio di perdurare in un errore è rappresentata attualmente dal continuo controllo scientifico e feed-back per cui le imprecisioni o falsificazioni, forse talvolta non immediatamente, vengono però continuamente rimesse in discussione, valutate, corrette o annullate dall’incrocio con dati ottenuti nella ripetizione degli stessi esperimenti da parte di altri ricercatori/scienziati. L’eventuale espressione “a capocchia” di concetti o teorie solo immaginate, quando non inventate di sana pianta, prima o poi si arena.

Un episodio serve a conferma di quanto vado affermando e dimostra che errori, “conflitto di interessi” e truffe ci possono essere (e ci sono) allo steso modo anche tra gli antagonisti al vaccino, campo in cui però al contrario non sono previsti sistemi di controllo, anche perché quel fronte antagonista in genere non è interessato a raggiungere l’evidenza o stabilire alcuna scientificità, ma pretende solo la “fede” incondizionata in ciò che ha prospettato come vero.


Mi viene da pensare a quella che è ormai la “madre di tutte le battaglie no-vax”, quella secondo cui esisterebbe un legame tra vaccino MPR ed autismo.


Sanno i sostenitori di questo per loro più che ipotetico legame (e già sarebbe troppo considerarlo ipotetico) che tutto parte da un articolo “scientifico” comparso nell’ormai lontano 1998? Sì? Quindi si fidano di uno studio “scientifico”? Intanto vorrei sapere come mai di quello sì e di altri no.


Comunque forse non sanno però che da allora negli anni successivi sono stati condotti molti studi in Europa e negli USA alla ricerca di una conferma di quella ipotesi.

Non ci sono dubbi che la ricerca di ogni scienziato si sia scatenata per ottenere anche una propria personale gloria, perchè la riprova di quel legame, magari su più pazienti, avrebbe un po’ egoisticamente rappresentato conquista di un’enorme nomea, ma se correttamente condotta (in questo consiste una leale ed accettabile concorrenza), avrebbe potuto in contemporanea costituire un passo fondamentale verso l’impostazione di una qualche terapia per una “malattia” ostica o per una sua particolare forma di espressione. Ma niente.


Che dire poi che la stessa OMS ha commissionato studi retrospettivi sui casi archiviati nel tempo? Non ottenendo però conferme nemmeno sugli estesi numeri di pazienti esaminati. Alle stesse conclusioni negative sono giunti il CDC (Center for Disease Control) e l’American Academy of Pediatrics.

I “no-vax” che ricorrono spesso ad argomenti economici per sostenere che si favoriscono i vaccini per favorire i vantaggi monetari delle industrie, ignorano forse che nel 2004 un giornalista inglese ha dimostrato come invece proprio lo studio del dr. Wakefield (il gastroenterologo iniziale accusatore del vaccino) fosse alterato e falsificato da interessi economici personali.


Gli studi scientifici si compiono seguendo specifici e precisi criteri proprio per ridurre al minimo e se possibile annullare eventuali errori, discrepanze o falsificazioni, o almeno correggerli. Ne dovrei dedurre che gli “antivaccino” non sanno

  1. che in quello studio non erano stati previsti proporzionati gruppi di controllo come in qualunque seria ed accettata pubblicazione di casistica;

  2. che la gastroenterite post-vaccinica, ritenuta da quel medico la causa scatenante (?) dell’autismo, in realtà in 7 su 12 bambini era comparsa dopo i sintomi autistici e, se già non è necessariamente valido l’assioma post hoc quindi propter hoc, come faccia una causa di malattia a manifestarsi addirittura dopo l’insorgenza della malattia stessa crea perplessità anche al più sprovveduto individuo che non voglia però farsi prendere in giro;

  3. che a questo proposito 5 su 12 bambini avevano già documentati in anamnesi precedenti problemi di sviluppo psico-fisico;

  4. che revisioni successive hanno dimostrato come in 9 su 12 casi i referti istopatologici del colon siano stati un po’ “manipolati”, almeno nell’interpretazione, per arrivare a dimostrare la presenza di una “colite” presunta colpevole;

  5. che i bambini, contrariamente agli arruolamenti auspicabilmente casuali in molti studi statistici analoghi, per non creare delle distorsioni nei risultati, erano stati scelti tenendo conto che i genitori facevano parte di gruppi già contrari pregiudizialmente alla vaccinazione MPR;

  6. e, cosa fondamentale, che i pazienti valutati per stabilire con certezza una causalità così sconvolgente sono stati solo 12! Alla faccia della significatività statistica! Quello era un numero di pazienti aneddotico e nemmeno sufficiente ad un approccio preliminare e al confronto viene da sorridere, se la situazione fosse comica, sui geni (es ho letto di Ether Parisi! Mancava la sua opinione di ragionevole e competente esperta) che al momento rigettano l’attuale vaccino anti covid perché lo considerano ancora “sperimentale” e quindi non sicuro, nonostante i più di 40.000 volontari sottoposti ai test preliminari, sommati alle centinaia di migliaia di già vaccinati inglesi e americani ed in tante altre nazioni, .

I punti elencati in precedenza dimostrerebbero quanto meno uno studio insufficiente e mal condotto; ad ulteriore conferma ci sono:

1. una ritrattazione dei coautori dello studio che negano qualunque rapporto tra autismo e vaccino MPR;

2. un’imputazione e seguente colpevolezza per numerosi “capi d’accusa” a carico di Wakefield da parte del British General Medical Council (GMC);

3. il ritiro ufficiale dell’articolo da parte della rivista scientifica Lancet; che ha certamente peccato di leggerezza o ha commesso un marcato errore di valutazione o peggio;

4. la radiazione dall’albo dei medici inglesi del gastroenterologo “scopritore”, non perché aveva un’idea diversa dai colleghi, ma perché per “dimostrarla”, ha truffato loro ed i pazienti;

5. lo studio attualmente di nuove teorie etiologiche di tipo biochimico-genetico (che correttamente fino a conferma dimostrata vengono chiamate teorie e non cause).

segue...

 
 
 

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