LETTERA "APERTA" AD ENRICO LETTA
- salvatore
- 19 mar 2021
- Tempo di lettura: 8 min
Caro Enrico,
permettimi di darti del “tu”, dato che, ora e almeno per ora, siamo entrambi nello stesso partito. Ti invio una lettera virtuale nel senso che con ogni probabilità non verrà mai considerata, dato che non ci conosciamo, ma mi sto rendendo conto che in fondo la scrivo perché forse in realtà la scrivo a me parlando con te e di te.
Ad essere sincero anni fa non ho avuto particolare interesse a frequentarti assieme al gruppo di amici del PD che in quel periodo lo faceva, tanto meno poi nell’esilio (io dico fortunato!) di Parigi. Ad essere invece preciso ci siamo poi anche incontrati, non ricordo nemmeno dove, ad una presentazione del tuo libro “Ho imparato”, sempre con il gruppo di persone che da qui ti seguiva.
La tua figura non può che revocarmi l’esperienza della cacciata e dell’infedeltà che hai vissuto e la confronto con quanto in un campo microscopico è capitato a me, pur se non così inaspettatamente.
Sono un medico romano ma da quasi 40 anni vivo nel profondo nord rappresentato dalla Valtellina e sono un ex-segretario provinciale del PD, ex per dimissioni seguenti ad un’atmosfera da congiura di palazzo, un intrigo che rischiava di incidere negativamente sulla mia professione, cui tenevo in primo luogo. E’ “divertente” pensare che questa cosa nel mio immaginario mi dia l’illusione di essere ancora più in diritto di darti del tu!
Purtroppo è stata una carica occupata senza successo, non parlo di quello mio personale perchè per fortuna, come pochi giorni fa hai accennato anche tu, pur interessandomene, sempre abbastanza non ho vissuto di politica/partito; soddisfazioni e affermazioni le ho avute in altri campi; parlo della sconfitta nel cercare di tirar un po’ su le sorti di un partito che in queste zone vive come in una specie di fortino assediato, che nemmeno desta negli avversari il problema di urgente conquista definitiva, vista la sua consistenza elettorale in continuo calo almeno fino ad oggi.

Non ne ho avuto il tempo e ho constatato che bisogna lasciare tempo per far intraprendere i tentativi che si ritiene di dover realizzare, non si butta via necessariamente un nuovo allenatore al primo campionato che non va secondo quanto si era pensato. I “rottamatori”, fossero anche sinceri, non dovrebbero avere questa superbia di giudizio, penso che questo tu lo sappia bene. Al termine della corsa l’incapacità verrà punita dall’oblio! Non è ciò che ci auspica col maggioritario per il governo?
Ammetto comunque senza problemi una mancanza di successo molto per causa mia, perché arrivato senza una mia effettiva preparazione politica; senza conoscenza degli artifici che contraddistinguevano (contraddistinguono?) quel mondo (ma sono giusti?) e senza capacità di solcare la giungla partitica, quella che alcuni chiamano “gestione politica del partito”; ma molto è avvenuto anche per colpa di tanti altri che occupavano i
cerchi del partito superiori al mio e che invece di appoggiarmi, dimostrando da parte loro vuoi l’equilibrio necessario ad un “bene superiore”, vuoi la correttezza indispensabile, visto che ero stato eletto alle primarie (non mi perdono queste ingenuità), mi hanno chi ignorato e chi volutamente ostacolato ed è facile concludere proprio perché non della giusta “corrente”.
Se nonostante la mia consapevolmente limitata adeguatezza sono rimasto colpito dalla piega che ha da subito preso il compito che mi ero impegnato a svolgere, posso solo immaginare cosa deve essere passato per i sentimenti, i ragionamenti e le giuste ambizioni di uno come te che la preparazione per affrontare la situazione la aveva e come.
Tutto questo poi nonostante l’aiuto di chi mi è rimasto vicino come suggeritore e appoggio, cosa che contemporaneamente mi ha dato sostegno e spinta a continuare per un pò, ma anche un po’ sensazione di essere una specie di “pupazzo di pezza”, utile ma non autonomo e quindi scarsamente efficace.
Mi sono catapultato nel ruolo (un pò diciamo che ci sono stato scaraventato!) con l’illusione di poter e saper rimediare alla maledetta divisione che in questo partito esiste in qualunque sede geografica, quella di correnti in lotta tra loro, non perché legittimamente portatrici semplicemente di modalità e dettagli diversi su visioni fondamentali, che invece in un partito dovrebbero essere comuni, ma in quanto bande armate in temporanee tregue, pronte a scatenarsi ed a fare tabula rasa dell’esistente, per ricominciare da zero in un eterno moto perpetuo.

Pensa che con ingenuo orgoglio avevo notato come in una mappa dell’Italia apparsa sul quotidiano “La Repubblica”, tra gli appena eletti segretari provinciali, divisi in colori rossi e blu in base al fatto che fossero “antirenziani” o “filorenziani”, il mio nome (o la mia sezione Provinciale non ricordo) e quello di pochi altri appariva in grigio, con dizione “non schierato”.
Ironicamente in seguito mi sono appunto detto che proprio quel grigio mi aveva portato sfiga! No, non perché sia superstizioso! Ma quel grigio significava non voler essere di nessuna corrente e quindi essere in balia di tutte le correnti. Proprio come è successo.
Attento a te! Tu hai avuto la “fortuna” all’inizio di un’unica letale coltellata alla schiena ed hai finito di soffrire; io ne avute tante, infinitamente meno mortali, ma inferte insieme da chi mi avversava e da chi avrebbe dovuto sostenermi anche di fronte ad una sconfitta!

Non mi sembra che attualmente l’ambiente e le circostanze a tutti i livelli nell’ambito del partito siano molto più rassicuranti.
Qui è arrivata la pausa di riflessione.
Quando ho sentito della proposta che ti proveniva (almeno secondo i giornali) da tutte o quasi tutte le “anime” del PD, sono sobbalzato e mi sono fortemente augurato che tu non accettassi. Perché? Di sicuro non perché non ritenessi valida la scelta della tua persona, ma perché mi sembrava che in questi frangenti non potessi servire a nulla e che tu non meritassi di essere nuovamente sottoposto al rischio di umiliazioni.
Ma dopo un po’ di riflessioni ho cambiato idea e per una serie di motivi.
A parte le capacità dimostrate nella precedente attività di governo e che, con giudizi ed “entusiasmo” diversi, amici ed avversari comunque ti riconoscono;
a parte la maniera ponderata e razionale di affrontare i problemi, modalità che condivido;
a parte la fondamentale coerenza che ci si può aspettare nei tuoi atti futuri, prevedibile in quanto già dimostrata nell’abbandonare in silenzio posizioni senza dubbio favorevoli (parlamento) cui non eri obbligato a rinunciare perchè oltre ad averli subiti, non credo sia obbligatorio pagare per i tradimenti e le scorrettezze di altri.
A questo proposito penso a tutte le situazioni in cui arnesi politici in disuso non rinunciano mai e ricompaiono sulla scena a destra e al centro (soprattutto), ma anche a sinistra (a Roma si direbbe “aricicciano”), o i pomposi e roboanti giuramenti di abbandonare in caso di sconfitte, promesse puntualmente rinnegate da chi le aveva espresse e non c’è bisogno di fare nomi per capirsi.
Pensavo, l’ho scritto ad amici, che rientrare in questo PD e con questa composizione di parlamentari (che comunque non ti riguarderebbe direttamente) fosse un suicidio. Probabilmente lo è nel senso che il tuo atto è stato l’equivalente di un balzo fuori da una trincea abbastanza protetta per guidare allo scoperto uno scontro sui problemi del partito prima che della nazione, senza la minima idea e rassicurazione di come andrà a finire.
Pensavo che l’avvento di una persona capace in quel ruolo fosse meglio destinarlo ad un dopo elezioni, in cui io, a differenza di te vedo un PD perdente, ma lo spererei almeno depurato dalla maggioranza di coloro che ritengo persone piuttosto inaffidabili (ma il mio è sicuramente un giudizio da inesperto della politica, se in “grandi manovre” e maneggi consiste la politica).
Pensavo in definitiva che solo un PD meno inquinato potesse da uno come te venir guidato fuori dalle secche, anzi dalle sabbie mobili che lo stanno inghiottendo, per essere portato a vivere tempi migliori. In fondo, bisogna ammetterlo, seguendo quella famosa onestà intellettuale che dovrebbe essere una delle basi di una politica degna, Salvini stesso ha mostrato grande capacità e ottenuto un grande risultato politico individuando quelle proposte che, purtroppo quasi sempre con tragica svista e miopia dei suoi sostenitori, hanno portato la lega dal 4% all’attuale 24%, passando addirittura per un 34%!
Ma poi mi sono detto: se se la sente lui, perché non accettare che si tenti di sbloccare la situazione da subito?
Una grossa remora sarebbe rappresentata ancora dal fatto che un PD colto in mezzo al guado di una sua rifondazione da un governo di (centro)destra avrebbe vita ben più dura di quella che un governo di centro-sinistra, con tutte le sue magagne, ha concesso all’evoluzione della legaSalvini; a questo punto c’è però da chiedersi: perché in questo governo saranno forse rose e fiori per il PD?
La seconda remora è costituita appunto dal numero di parlamentari (alcuni senza volto) a forte rischio congiura, che mi ricordano tanto la storiella del ragazzo che trova un serpente rigido e semicongelato, ne ha pena, lo riscalda col calore del suo corpo e a fine della storia viene morso mortalmente dalla serpe che si è appena rianimata.

Pessimista? Potrei risponderti che, pur non avendo consuetudine né con le sabbie mobili né con i serpenti, nel breve periodo da segretario “ho visto cose che voi umani...”, scusa anche tu sì che ne hai viste.
Poche cose ancora devo dirti.
Sono troppo grande (sta per vecchio, parola che per ora non mi piace) per pensare a te come ad un supereroe, che mi va a genio vedere solo nei fumetti o nei films, anzi questo è proprio l’atteggiamento che detesto nel “capitano” della lega attuale e non sopportavo nel “rottamatore” dei fallimenti trascorsi;
sono totalmente d’accordo che, quanto meno nelle proposte, il PD deve mostrare uno sguardo verso il futuro, bene quindi continuare a proporre il concetto dello ius soli, comunque lo si voglia articolare, basta che non diventi una farsa, ma sia innanzitutto una continua proposta che si trasformi in un patrimonio culturale di molti altri, anche nel PD (non sono affatto sicuro lo sia di tutti);

bene la sfida sul territorio, con la chiara consapevolezza però che anche in alcuni dei lodati circoli un certo numero di serpenti congelati sono in agguato;
bene l’idea di vincere con elezioni e se non si vince, diventa comunque il momento da cui si può iniziare a ripartire, anche perché la zavorra opportunista in genere in questi frangenti abbandona il campo;
bene l’idea che da soli non si va da nessuna parte e se si lavora per essere il fulcro di qualcosa, non si può non accettare che quel qualcosa attorno abbia un suo peso, a patto però di non svilire se stessi scendendo a compromessi per utilità con idioti conclamati, sbruffoni velleitari, soggetti sleali a prima vista, parolai egocentrici ed autistici, manipolatori da “mani in pasta” e via cantando con altri personaggi del circo, anche in questo caso i personaggi di riferimento si presentano da soli;
non mi sento in adorazione di “Letta” come persona nuova che arriva a sistemare le cose, un po’ come stanno facendo con Draghi, persona degnissima, che fa cose giuste (ma che anche altri stavano facendo più o meno allo stesso modo), vedremo con calma in seguito, penso di seguire un “Letta” che ha delle idee, che è affidabile;
non penso che avrai solo idee giuste (quelle che staranno bene a me o quelle che invece staranno bene ad altri);
non credo che sempre le idee giuste si tradurranno immediatamente in atti;
non mi aspetto progressi rapidi pena altrimenti un mio (per quanto conta) rapido voltafaccia e soprattutto
non credo di dover confondere totalmente, come mi sembra facciano alcuni giornalisti, il meglio che dovrai tirar fuori dal partito con il meglio che ogni progressista dovrebbe invece aspettarsi da questo governo tutto e non dal PD in particolare.
Mi aspetto e confido in questo: incontrare una persona laica, capace, pur senza pretendere strumentalmente da lui la perfezione in ogni scelta, onesta senza aspettarmi integralismi, fondamentalismi o giustizialismi da “spacco tutto”: una persona normale cioè.
Credo che per l’ennesima volta molti che per ora stanno ancora col PD stiano sperando; per fortuna la speranza è l’ultima a morire, prima o poi però tocca anche a lei.
Con tutti gli “in bocca al lupo” possibili
Salvatore Ambrosi
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