Raccontino di un'estate PREPANDEMIA, ma pare sempre valido.
- salvatore
- 14 set 2021
- Tempo di lettura: 6 min
Veramente accaduto e approssimativamente in termini simili.
Estate 2019. Oggi fa caldo ad Olbia. Nella carlinga dell'aereo fa ancora più caldo, è una serra. Non c'é tanta gente sul volo per Milano-Linate. Moltissimi posti sono vuoti, evidentemente ancora pochi tornano già a casa dalle vacanze. La partenza é in ritardo. Più volte é entrato in aereo un ragazzo con il suo giubbotto con scritta gialla, da addetto a non so cosa in aeroporto. C'é qualche problema? Probabilmente c'è qualche problema.
La "capo hostess", che come su qualunque aereo ha contemporaneamente ruoli tecnici, di servizio e di autorità, sta continuamente facendo avanti e indietro lungo il corridoio, parlotta con le altre hostess e con il ragazzo con il giubbotto. Fanno dei conti, sembra che non stiano lasciando al caso la situazione qualunque essa sia, almeno così sembra.

Si avvia dunque alla testa della cabina, e al microfono spiega e chiede: "Signori, l'aereo ha un numero di passeggeri ridotto, distribuiti in modo casuale nei sedili. Il peso, irregolarmente ripartito, secondo i calcoli fatti, rende l'aereo un pò instabile e sappiamo già che con molta probabilità incontreremo parecchie turbolenze, pertanto per maggiore sicurezza di tutti, anche se la situazione dovrebbe rimanere comunque controllabile, prego i passeggeri dalla fila 3 alla 7 di spostarsi indietro, conservando pure la medesima disposizione nelle nuove file, tanto c'é spazio...". Una pacata spiegazione e richiesta, ma abbastanza urgente.
Tutti i passeggeri chiamati si alzano e si spostano. Tutti tranne uno, che rimane al suo posto e rifiuta di venir convinto da qualunque spiegazione tecnica o di buon senso o invito a collaborare.
Sono libero, perciò remo contro
"Niente da fare, questo è il mio posto e non voglio fastidi. Dove sta scritto poi che sia così fondamentale una distribuzione omogenea dei pesi nell'aereo? E anche se é scritto da qualche parte, saranno le esagerazioni di qualche sapientone che si trastulla con le teorie perchè così può darsi arie da esperto, mentre di fatto in tutte le situazioni si sa che importanti sono l'elasticità e la libertà di agire come si crede meglio e basta con questa fissazione per le regole capestro! Perchè poi non ci hanno pensato prima, magari al momento del check-in? Se sono degli incapaci non devono pretendere di risolvere le cose creando fastidi e imponendo qualcosa agli altri"
Tutti gli altri passeggeri si stanno sicuramente chiedendo quali fastidi, quale mancanza di libertà sarebbero in campo in conseguenza della banale richiesta fatta.
L'aereo comunque non sembra ancora nel perfetto assetto consigliato e richiesto.
Non so se in base ai calcoli sia così fondamentale lo spostamento di una persona, magari non lo é così tassativamente, ma io non lo so e di sicuro non lo sa nemmeno quel tizio; non so se in conseguenza del suo cattivo esempio di rifiuto, altri tornerebbero indispettiti ai posti originari e non so queste cose perchè invece so di non essere esperto di aereonautica, di non essere un pilota o uno stewart, di non avere responsabilità dell'aereo, di non saperne un granché di fisica dei fluidi e soprattutto so appunto anch'io che non mi pare venga richiesto chissà quale sacrificio o imposta quale limitazione della libertà. Sarebbe bene non usare le parole a cavolo e dico cavolo per educazione.

Ancora tentativi
"Non é per partito preso, ma per un discorso di prevenzione e di sicurezza, di tutti i passeggeri ed anche per la sua" ribadisce la hostess. Nulla. Dopo pochi minuti arriva un messaggio dalla cabina di pilotaggio. Il comandante é stato informato della almeno parziale poca stabilità dell'aereo e della eccessiva stabilità di quel passeggero e informa che, siccome tocca a lui decidere, senza i giusti presupposti é deciso a non partire. E' un velato, tranquillo ed educato "ordine" proprio nei confronti di quel viaggiatore. Un ricatto? Vedetela pure così, ma è arrivata meno male una chiara decisione, accompagnata dal mormorio liberatorio degli altri passeggeri che fino ad allora hanno avuto solo disapprovazione per l'intestardirsi presuntuoso e prepotente del "ribelle".
A questo punto il tizio restio e testardo nella sua saccente inflessibilità, si sposta bofonchiando tra sé e sé proteste per quelle che giudica inutili e pretestuose imposizioni, ma prendendosi a chiare lettere del "pirla" da molti passeggeri (si vede che l'aereo sta tornando a Milano carico di Milanesi!).
Si parte. Tre quarti d'ora di ritardo, ma si parte, quando anche l'ultima resistenza contro l'ovvio, il logico e l'utile cede.
Tutto si ripete
E' buffo, questo episodio, ricordato approssimativamente, mi è tornato in mente a proposito di ciò che si sta manifestando un pò in tutto il mondo nelle situazioni provocate dalla pandemia da Coronavirus. Penso soprattutto agli aspetti sanitari, sapendo benissimo che ne entrano in campo di altrettanto importanti economici.
Vediamo, siamo metaforicamente sullo stesso aereo, la pandemia, con passeggeri diversi tra loro per mentalità ed esigenze, ma sullo stesso aereo con dei problemi "comuni", per fortuna anche con alcune persone in grado di affrontarli nel modo più logico, consapevole, di esperienza, di continua valutazione del rischio per prevenirlo e non doverlo affrontare in situazioni drastiche (medici, infermieri, insomma addetti ai lavori). Ma no, basta un qualunque sbarbatello, inesperto e qualunquista (la pletora dei no-vax, dei tuttologi dell'ultima ora, della varia fauna di ignoranti di ritorno) che pontifichi sulle cose che secondo lui (!) sono da contrastare e da evitare, che tutto l'aereo rischia, figuriamoci se una atteggiamento del genere lo avesse una persona nota ed importante.....per fortuna non credo possibile che tra questi ci sia qualcuno così stupido (!?!)
Ci sono norme tecniche studiate, sperimentate e collaudate che suggeriscono di seguire iniziative che nel caso costerebbero anche poca fatica. Ma la ribellione contro queste non fa altro per "alcuni" che farli chiudere a riccio sulle proprie decisioni, tacciando gli "altri" di gente che si appropria dell'atteggiamento di esperto per limitare la libertà di tutti. Ci sono procedure sedimentate nel tempo ed universalmente approvate, che indicano come e perchè dovrebbero essere osservate, ma vengono ritenute valide ed intelligenti solo le regole che fanno comodo, nel caso raccontato ad esempio solo quella che ha assegnato inizialmente il posto, quella si che piace ed é seguita.

Ci sono norme e regolamenti che consigliano o comandano che si agisca in un modo che non solo non nuoce, ma al contrario é utile, ma non importa, viene comunque risposto che ci sono altri "principi" da rispettare. Nulla da eccepire, potrebbe essere cosa giusta, c'é da chiedersi solo: ammesso e non concesso, sono ragionevoli e prioritari in questo momento? Inoltre è dimostrato che vengano suggerite imposizioni veramente gravi ed insopportabili? C'è veramente qualcuno così decerebrato da paragonare con coscienza l'uso della mascherina, strumento di difesa dall'infezione, alla stella di David che doveva servire ad indicare un individuo che poteva in qualunque modo e momento essere offeso, minacciato, maltrattato e magari ucciso?
Ci sono figure che hanno specifici ruoli ed autorità, senza la necessità di essere ogni volta confermate con una specie di referendum o in un assemblea (nel caso dell'aereo, di chi? dei passeggeri?) come vorrebbe la psueudodemocrazia diretta. Aggiungo la perplessità di prevedere un referendum anche in campi in cui la "democrazia" é caso mai rappresentata proprio dal metodo scientifico, che ha insita in sé la necessità e l'abitudine ad ottenere conferma e convalida delle conoscenze che scopre con la dimostrazione da più parti e da più addetti ai lavori delle medesime scoperte.
In realtà, la scienza, pur con tutte le sue aberrazioni, errori, furbizie e talvolta inganni (uno dei più eclatanti si riferisce proprio forse al primo sedicente scienziato "no-vax" della storia!! vedi CUSOPO "E i vaccini tornano nemici" ) riesce a non diventare il "verbo" assoluto come una qualunque religione, anche laica tipo molte di quelle in voga attualmente.
Ci sono infine a volte richieste fatte in nome almeno della solidarietà e della comunanza di interessi. Ma non contano nulla, conta solo il proprio comodo, che, come nel racconto di questo episodio, non si capisce sempre in realtà in cosa consista. Conta il puro egoismo, mascherato da diritto. Cosa risponde infatti il prepotente di turno?
Chiunque é competente?
"Perché mi devo spostare io? Chi ha detto che devo obbedire a qualcuno che non ho espressamente nominato io in quella posizione? Chi dice che sia veramente pericoloso o comunque rischioso viaggiare per aria su un aereo con carichi squilibrati? Ci sarà poi qualcuno che non sarà d'accordo con questa teoria e la considererà un'esagerata idiozia. Bene scelgo lui come mia guida anche se è in minoranza assoluta nel panorama degli esperti! E che fastidio il buonismo di chi ti dice "lo faccio anche per il tuo bene". Per non parlare poi dell'intervento del comandante, autoritario perché ricattatorio: non si parte se non ci sono le condizioni che dico io."

Proprio ciò che sta capitando per i vaccini, le mascherine, la distanza sociale, il divieto di assembramenti; alla lunga più che il ragionamento, i dati, la conoscenza, la statistica, finiscono per essere seguiti la testardaggine, la tracotanza, la superficialità, la scarsa disposizione civica magari con maschera (questa sì) di spirito libertario, la supponenza di chi urla più forte, anche di cose che non conosce. Naturalmente il tutto condito, anzi fondato su interessi cosiddetti politici, in realtà grettamente e banalmente elettorali.
Per fortuna in aeroporto quella volta a nessuno é venuta l'idea che potesse essere valida per quel passeggero "l'autocertificazione" di non essere pericoloso per il volo pur restando caparbiamente al suo posto e per fortuna c'era chi sapeva cosa bisognasse pretendere per iniziare il viaggio ed ha agito di conseguenza.
C'è da pensare seriamente a proposito di vaccini, mascherine, distanza sociale, divieto di assembramenti, di evitare di confondere "libertà" per tutti con, direbbe 007, "licenza" di danneggiare il prossimo.
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